Lo studio evidenzia un’accentuazione delle tendenze già presenti lo scorso anno: i ritardi nei pagamenti diventano una prassi che tende a cronicizzarsi e a dilatarsi. La fotografia della penisola ci mostra un dato aggregato in cui ben il 12% delle imprese supera i 30 giorni di ritardo. Ma se si guarda solo al secondo trimestre si vede che solo il 45,8% ha pagato puntualmente.

Ai fini pratici, per l’azienda che deve assumere decisioni importanti riguarda alla solvibilità di clienti già acquisiti o da acquisire, risulta maggiormente utile la lettura di dati disaggregati. Vediamo i più significativi.

Dimensione

Le micro-imprese ritardano di oltre 30 giorni nel 12,5%, ma sono le più virtuose in termini di affidabilità: il 48,7% paga totalmente i propri debiti.

Maglia nera invece per la macro-imprese, che pagano con ritardi entro 30 giorni nel 76% dei casi.

Territorio

Il dato mostra una accentuata diversificazione geografica: il Nord-Est paga regolarmente nel 52,4% dei casi, seguito a ruota dal Nord-Ovest con il 49,2% di pagamenti regolari; solo il 37% nel Sud e nelle Isole.

In ambito regionale, la graduatoria assegna il podio al Trentino Alto Adige, con in 53,9% di pagamenti puntuali e all’Emilia-Romagna con il 53,7%. In coda alla classifica: Lazio, Sicilia e Campania, che si fermano rispettivamente al: 35%, 34,1% e 33,3%.

Settori merceologici

Se l’Agricoltura conferma la propria proverbiale puntualità, con il 54,4% di pagatori puntuali, le aziende che operano nel commercial al dettaglio sono le più lente e pagano puntualmente solo nel 35,7% dei casi.

In sintesi, stiamo assistendo al consolidarsi della pratica del ritardo nel saldo delle fatture che diventa un vero cancro per la vita delle imprese, le quali sono chiamate ad arginare il fenomeno se vogliono garantire la loro competitività mettendo in campo tutti gli strumenti disponibili, dalla assistenza legale alle informazioni pre- e post-fido.